Io oramai ero provata dalla lunga escursione e anche Honey non voleva più saperne di camminare. Matteo già un po’ allarmato si è subito rabbuiato e, da quel momento, non l’ho visto più sorridere per giorni. La sua indole è di natura introversa e, per chi gli è vicino, ci sono già normalmente ostacoli concreti a leggere ciò che ha nel cuore: in questi momenti le uniche sensazioni che trapelavano standogli vicino erano…freddezza, nervosismo, malumore. A volte pessimismo o, come sostiene lui, realismo e obbiettività.
Comunque decidemmo in fretta di non allontanarci dal parcheggio e di aspettarlo, ma da lì a poco cambiammo idea e, riconsiderando i nostri propositi, ci preparammo a partire per tornare nel punto dove lo avevamo lasciato all’inizio del bosco. Iniziammo a far mille congetture e ipotesi, i lupi, i burroni, altri animali che potevano averlo distratto e allontanato da noi…erano questi i fantasmi che ci accompagnavano lungo tutta la salita in notturna nel bosco.
Arrivammo su in cima, stanchi quanto non mai, ed incapaci di sentir altro se non la paura di averlo perso e il timore che gli fosse accaduto qualcosa di brutto, ma non ci arrendemmo e cominciammo a convincerci che doveva essere per forza tornato alla macchina, che sarebbe stato di sicuro ad aspettarci laggiù…Quindi ricominciammo a discendere.
Non ricordo molto altro di quel viaggio nel buio, se non la paura di andar incontro allo stesso pericolo nel quale, ipoteticamente, era incappato Nilak; la preoccupazione per lui si sommava all’angoscia di vedere Matteo trasformato in una maschera inespressiva, che non emanava più nulla se non freddezza.
Fortunatamente, giunti alla macchina trovammo Daniele, il fratello di Matteo, che ci aveva raggiunti. Ragionando con lui e discutendo tra di noi, riuscimmo ad infonderci coraggio e ricominciammo a sperare ed a pensare positivo: Nilak è un husky oramai diventato adulto, ha sicuramente ascoltato il richiamo della natura e ora starà vagando tranquillo. Lo ritroveremo sicuramente l’indomani, ora non ci resta che riposarci un pò.
Decidemmo così che Matteo e Daniele si sarebbero fermati a dormire nel parcheggio: se Nilak fosse tornato, non poteva non trovarci. Io, purtroppo, dovevo andar a lavorare la mattina seguente quindi, a notte inoltrata, mi avviai sulla strada di casa. Il giorno seguente riuscivo a pensare unicamente al mio ritorno in montagna e alle 14 ero già di nuovo sulla strada per Macchie. Portai con me volantini e foto di Nilak e, arrivata al parcheggio, trovai Matteo e Daniele ad aspettarmi: subito cercai di infonder loro un po’ di sollievo, convinta che, tappezzando la zona con l’immagine di Nilak, saremmo riusciti a rintracciarlo. O forse fu solo un modo per non mollare, per non smettere di sperare, per agire, per sentirsi utili a qualcosa e continuare a lottare, per non abbandonare Nilak al suo destino…
Beatrice Tasso – il suo cane Honey
Matteo Pallotto – il suo cane Nilak
NON PERDETE, LA SETTIMANA PROSSIMA, IL FINALE DI QUESTA AVVENTURA!
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