L'itinerario che avevamo programmato è piuttosto impegnativo: prevedevamo di salire a Castel Manardo per Porte di Berro , poi da lì per Forcella Bassette, Monte Acuto , Pizzo Tre Vescovi , Forcella Anagnola, Pizzo Berro per arrivare finalmente in vetta alla Regina dei Sibillini, la Priora. Una cavalcata tra andata e ritorno di oltre 20 km con un dislivello complessivo che sfiora i 2000 m.
Poco dopo la partenza capiamo che non sarà affatto facile salire perché la neve fresca caduta due giorni prima non si era ancora completamente trasformata per via dell'esposizione a Nord del versante e le deboli croste superficiali sorreggevano si e no il peso di Nilak e Honey. Affondavamo un passo sì e l'altro pure nella neve ed impiegavamo un'infinità di tempo per percorrere brevi tratti di salita.
L’alba ci ha sorpreso quando comunque eravamo già giunti in cresta, a quota 2000 m, la così detta “ora blu”, mi vengono i brividi nel ricordare e cercare di descrivere il silenzio irreale interrotto solo dal rumore del vento, il cielo terso di un blu scuro all'orizzonte che incomincia a tingersi di azzurro e viola mentre le montagne pian piano intorno a noi si tingono di rosa.
La Priora in tutta la sua maestosità da una parte, che ci mostra l'imponente versante Nord e dall’altra le luci delle città e dei mille paesini delle colline marchigiane che si perdono giù fino al mare e che forse solo ora si apprestano ad andare a dormire.
Beatrice Tasso – il suo cane Honey
Matteo Pallotto – il suo cane Nilak
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