Nei giorni scorsi si è svolto a Firenze il convegno dei giuristi italiani. In questa occasione importante, i giuristi si sono confrontati su un argomento che sta a cuore a molti di noi, i nostri amici animali. La nuova frontiera della difesa degli animali non è più l'animalismo, ma l'antispecismo. Ovvero, quella visione del rapporto uomo/animale che si limita più a schierarsi di volta in volta contro questo o quell'abuso, ma punta a una vera rivoluzione culturale: superare ogni concetto di superiorità della specie umana sulle altre specie animali, inserendo nella Costituzione il riconoscimento degli animali.
Si tratterebbe di un enorme passo in avanti dato che oggi gli animali sono considerati alla stregua di beni per il diritto civile, e come oggetti di tutela per il diritto penale ma non come soggetti di diritti. Insomma da oggetti degni di essere tutelati devono divenire esseri viventi titolari di diritti.
L’obiettivo finale è quello di eliminare ogni attività di sfruttamento e uccisione degli animali, dalla vivisezione, all’allevamento per consumo, alla macellazione, prima fra tutte quella rituale, alla lavorazione delle pelli, e gran parte delle attività e dei prodotti che costituiscono il modus vivendi occidentale.
Secondo la Lega italiana dei diritti dell’animale (Lida) che ha organizzato a Firenze, in occasione della giornata mondiale per i diritti degli animali svoltasi il 10 dicembre, il primo convegno nazionale Antispecista, con relazioni di giuristi, ricercatori, filosofi, bioeticisti, per affrontare un argomento decisamente controcorrente. Forti di una convinzione, il sociologo Valerio Pocar ha dichiarato:” l’antispecismo è l’unico modo per spezzare definitivamente la logica della differenza che diventa gerarchia”.
Ad oggi di fronte alla legge Fido e Micio, anche se fanno parte della nostra famiglia a tutti gli effetti, non hanno molti diritti. Dunque non ci resta che attendere gli sviluppi da parte della legge.
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