Il gatto, pur avendo un carattere più indipendente di quello del cane e pur non essendo particolarmente incline ad obbedire agli ordini impartiti, è sicuramente un animale dolce ed affettuoso nei confronti delle persone con le quali convive.
La prima e molto diffusa diceria da sfatare è che i gatti possano essere nocivi nei confronti dei neonati, addirittura soffocandoli nella culla! Alla base di queste credenze potrebbe esservi la ricerca, da parte dei gatti, di posti caldi e morbidi in cui dormire: il gatto potrà accedere alla stanza del neonato per familiarizzare con le novità dell’ambiente e con i nuovi odori, ma gli dovrà essere precluso l’accesso alla culla o al lettino (potrebbe bastare coprire la culla con una rete o una zanzariera) e soprattutto gli si dovrà proibire l’accesso alla stanza quando il bimbo dorme.
Va da sé che il gatto di casa debba essere regolarmente vaccinato e periodicamente controllato dal veterinario e che particolare attenzione vada riservata alla pulizia sia dell’animale che della lettiera; un’altra utile e semplice pratica da mettere in atto è quella di spuntare regolarmente le unghie del gatto, abituandolo però gradualmente e con il debito anticipo rispetto all’arrivo del nascituro, per ridurre il rischio di graffi accidentali.
Come anche per il cane, risulterà assai più semplice e meno traumatico l’inserimento del neonato se gli orari ed i ritmi del gatto non verranno stravolti in occasione del suo arrivo: qualsiasi cambiamento andrà fatto gradualmente e bisognerà cercare di ritagliare uno spazio dedicato al gioco ed alle coccole, se questa era l’abitudine in precedenza. Nello stesso modo andranno rispettati gli spazi in cui il gatto era abituato a rifugiarsi.
All’arrivo del bambino la maggior parte dei gatti, nei primi giorni, se ne starà più isolato e studierà il nuovo arrivato a distanza. Quando deciderà di avvicinarsi, non bisognerà allontanarlo, ma coinvolgerlo fin da subito nella vita del nuovo arrivato e consentirgli di annusarlo, anche se sempre e solo sotto la supervisione di un adulto.
Un vero rapporto si instaurerà con il gatto quando il bambino avrà, intorno ai due anni d’età, raggiunto il completo sviluppo motorio: potrà infatti giocare con lui, cosa che il gatto adora, mentre insegue una pallina o si nasconde.
E’ in questo momento che diventa fondamentale insegnare al bambino a rispettare il gatto, facendogli capire che è un essere vivente e non un giocattolo e fornendogli alcune regole di comportamento che eviteranno ai due cuccioli di farsi male reciprocamente. Al contrario del bambino, infatti, il gatto ama la tranquillità e trascorre molto tempo dormendo: il bambino dovrà imparare a dirottare la sua vivacità su altri obiettivi quando il gatto gli segnala il desiderio di essere lasciato in pace; dovrà imparare a trattarlo con delicatezza, evitando di spaventarlo con urli o rumori forti, ad accarezzarlo, possibilmente senza tirargli la coda, a lasciarlo tranquillo quando mangia, dorme, o fa i suoi bisogni.
Sarà in ogni caso prudente, finchè il bambino è piccolo e non avrà imparato a capire i segnali del suo amico a quattro zampe, che i genitori partecipino ai loro incontri e che correggano, con la dolcezza e le spiegazioni del caso, eventuali comportamenti sbagliati del bambino, sdrammatizzando anche le piccole incomprensioni che potrebbero sfociare in un graffietto.... Questi piccoli accorgimenti consentiranno al bambino di convivere serenamente con il gatto e di godere della sua piacevole compagnia.
A cura dello staff di Animalstore
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