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Attenti al lupo!

No, non è la famosa canzone ma quanto emerge dal documento approvato dalla commissione Agricoltura della Camera. Il documento consentirebbe, se diventasse legge, l'abbattimento dei lupi “per prevenire danni importanti al bestiame”. 

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Un documento definito bipartisan: tutti d'accordo all'interno della commissione, ma non tra gli studiosi  e tra i difensori, questi in un'ottica animalista, dello splendido e prezioso predatore. Si sono subito fatti sentire, e assai criticamente, il presidente della Lipu “È scioccante leggere che il principale problema per l'agricoltura italiana sia il lupo, definito un "terrore", con una criminalizzazione inaccettabile” e il consigliere nazionale dell'Enpa “I danneggiamenti imputabili ai lupi valgono appena cinquantamila euro in tutto il territorio nazionale”. Altre voci dissenzienti, che si uniranno alla nostra, certo non mancheranno nei prossimi giorni.

Occorre dire, a commento, che il documento ancora una volta sottolinea  l'incapacità politica, di affrontare un problema della “natura” mirando a far le cose come si dovrebbe, cioè secondo scienza e ragionevolezza. Prevalgono invece la faciloneria, l'approssimazione e, purtroppo, l'idea illusoria che, usando metodi drastici e rifacendosi a un finto buonsenso, si possa ottenere qualcosa di efficace in ambito naturalistico.

Non è così. Basta vedere come, con la “saggezza del buon senso”, sono stati ridotti i nostri pescosissimi mari, o le nostre città, dove ci si continua a illudere che, se i colombi sono troppi, basti eliminarne un po'. Il fatto è che per gestire gli equilibri naturali occorre pensarci per tempo. Il che prevede un'opera a lungo termine di divulgazione, di coinvolgimento e di accettazione delle soluzioni da parte della collettività.

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Ed ora è la volta del lupo, che da decenni sta ricolonizzando il nostro Paese. Ma il lupo, in un ambiente altamente popolato come il nostro, va gestito bene e per tempo. La gente e i lupi devono e possono imparare a convivere: ciò può avvenire ed esistono esempi che lo dimostrano, a cominciare dai lupi di Yellowstone e dagli allevatori che pascolano il loro bestiame ai margini di questo antico luogo naturale. Occorrono però leggi semplici, rapide e chiare, che valutino a fondo i pro e i contro prima di prendere decisioni drastiche e forse non risolutive. Per esempio: se i lupi fanno un po' di danni lo Stato deve provvedere senza troppa burocrazia e in fretta a rimborsare i danneggiati, che in genere sono persone semplici e che non hanno tempo da perdere. Solo così si può ottenere qualcosa, che però non sarebbe qualcosa da poco. Sarebbe l'equilibrio della nostra natura. L’Italia da tempo soffre per l'innaturale proliferare di cinghiali, cervi e caprioli incautamente liberati a scopo venatorio e sfuggiti ad ogni controllo. Il lupo potrebbe essere con altri grandi predatori come la lince, l'aquila e l’orso una possibile soluzione a questo problema.

A cura dello staff di Animalstore

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