· PH e durezza carbonatica
· Il ciclo dell’azoto: il funzionamento del filtro biologico
PH e durezza carbonatica
Per gestire un acquario non sono necessarie approfondite conoscenze di chimica. Bisogna solo attenersi ad alcune regole ed eseguire regolarmente i test dell’acqua per tenere sotto controllo i valori più importanti: il PH e la durezza carbonatica.
Prima di introdurre i pesci nell’acquario, la durezza carbonatica ed il PH devono essere regolati in base alle esigenze dei futuri ospiti…
Ma andiamo ad analizzare ogni singolo valore:
· PH. Indica il grado di acidità dell’acqua. Si misura in gradi e la sua scala va da 0° a 14° : i valori compresi tra 0 e 7 sono detti acidi e sono quelli che appartengono alla maggior parte delle acque tropicali; i valori compresi tra 7 e 14 indicano un PH alcalino tipico dell’acqua del rubinetto, mentre pari a 7 indicano la neutralità. Nel caso in cui il valore fosse troppo alto rispetto a quello richiesto dai pesci che avete intenzione di introdurre, potrete utilizzare un apposito prodotto (PH-), oppure effettuare cambi dell’acqua con acqua osmotica. Nel caso contrario, utilizzerete il prodotto apposito (PH+), o effettuare cambi dell’acqua con acqua del rubinetto.
· KH. Durezza carbonatica: indica il contenuto di carbonati di calcio e di magnesio utili a stabilizzare il PH ed a mantenere l’aquilibrio biologico. Anche la durezza carbonatica si misura in gradi ed il valore ottimale per l’acquario d’acqua dolce è compreso tra 3°e 6°. Come per il PH, esistono dei liquidi che regolano i valori della durezza carbonatica.
· GH. Durezza totale: indica la quantità totale di sali disciolti in acqua. Il valore ottimale per l’acquario d’acqua dolce è compreso tra gli 8° ed i 14°. Se utilizzate l’acqua del rubinetto, quasi sicuramente sarà troppo dura (> 20°). Proprio per questo motivo consiglio sempre di miscelare l’acqua del rubinetto con l’acqua osmotica fornita dai negozianti. Nel caso in cui preferiate usare esclusivamente acqua osmotica, sarà necessario integrarla con sali minerali.
Il ciclo dell’Azoto: Il funzionamento del fitro biologico
Le feci dei pesci e tutti i resti organici dell’acquario (cibo in ecceso, foglie, etc.), producono Ammoniaca (NH3), che viene trasformata in Nitriti dai batteri del genere Nitrosomonas. Questi ultimi vengono a loro volta trasformati in Nitrati (NO3) dai batteri del genere Nitrobacter, che terminano il ciclo dell’Azoto.
I Nitrati sono molto meno nocivi, infatti lo scopo del ciclo biologico è di trasformare prodotti di scarto, tossici, in prodotti sempre meno nocivi, per poi esser riutilizzati dalle forme di vita.
I Nitrati prodotti vengono infatti assorbiti dalle piante. Un eccesso di Nitrati va però a discapito dell’equilibrio biologico, causando la formazione delle alghe. In natura questo ciclo è equilibrato, poiché tutto il Nitrato prodotto è utilizzato dall’ambiente, mentre nell’acquario è necessario tenerne il livello sotto controllo con prodotti ed accorgimenti specifici.
· Il primo gradino del ciclo, come dicevamo, è costituito dalla produzione di Ammoniaca, che è una sostanza molto inquinante e deve perciò essere eliminata istantaneamente. Nel caso in cui, attraverso il test specifico NH3 NH4+, ne rileviate la presenza nell’acquario, significa che il filtraggio non è ottimale oppure che la quantità di sostanze che deve elaborare è eccessivo (per sovrappopolamento od alimentazione eccessiva, ad esempio). Nel primo caso è opportuno utilizzare materiali filtranti più efficaci ed immettere carbone nel filtro; nel secondo caso sarà sufficiente eliminare la causa della presenza di ammoniaca (diminuire il cibo, ecc.). E’ in ogni caso fondamentale effettuare un cambio parziale dell’acqua e somministrare dei batteri specifici per l’eliminazione dell’ammoniaca.
· Il secondo gradino del ciclo si verifica con la trasformazione dell’Ammoniaca in Nitriti (NO2). Questi ultimi sono meno dannosi dell’Ammoniaca, ma comunque nocivi e pertanto da eliminare. Nel caso in cui ne rilevaste la presenza nell’acqua del vostro acquario, sarà opportuno effettuare un cambio parziale dell’acqua ed utilizzare prodotti specifici per la loro eliminazione.
· Il terzo gradino consiste nella fase in cui i Nitriti vengono a loro volta elaborati in Nitrati (NO3). Questi ultimi sono molto meno dannosi degli altri due, ma è opportuno mantenerli al di sotto dei 50 mg/l. Valori superiori permettono alle alghe di diffondersi danneggiando l’equilibrio biologico dell’acquario. Per arginare questo problema ci sono diversi modi di agire: inserire piante a crescita veloce, come la Vallisneria o la Cabomba, etc; inserire resine nel filtro; effettuare cambi parziali dell’acqua.
Anche la presenza di Fosfato (PO4) può far formare le alghe. I Fosfati sono già nocivi a concentrazioni di 1 mg/l e sono presenti nei mangimi : attenzione perciò al dosaggio del cibo!
Continueremo la prossima settimana con un altro articolo, saranno tutti sotto la categoria acquari.
A cura di Francesca Martini
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